Gli investimenti in infrastrutture sono essenziali se il Vietnam vuole rimanere sul percorso intrapreso per diventare un paese ad alto reddito.
Recentemente gli investimenti infrastrutturali stanno tornando alla ribalta. Gli Stati Uniti stanno attualmente discutendo un pacchetto infrastrutturale del valore di trilioni di dollari, mentre Singapore ha recentemente annunciato che raccoglierà miliardi di dollari sui mercati dei capitali per sostenere la costruzione di infrastrutture a livello nazionale. Di conseguenza, non sorprende che anche il Vietnam, una delle economie in più rapida crescita al mondo, stia cercando di investire in infrastrutture. Il mese scorso il Ministro dei Trasporti ha annunciato che il piano generale del ministero per il 2030 relativo alle infrastrutture di trasporto potrebbe arrivare ad avere un valore di 65 miliardi di dollari. Il piano comprenderebbe la costruzione di 5.000 chilometri di superstrade, un porto in acque profonde a Hai Phong, linee ferroviarie ad alta velocità che corrono lungo le principali arterie nord-sud del paese e il completamento dell'aeroporto internazionale di Long Thanh vicino a Ho Chi Minh City.
Sostanzialmente il Vietnam si trova in una situazione in cui l'economia cresce rapidamente e lo Stato cerca costantemente di recuperare e di fornire un sostegno infrastrutturale adeguato al fine di mantenere il ritmo della crescita. Nella sua forma più semplice, l'economia vietnamita è strutturata attorno agli investimenti, all’industria manifatturiera e alle esportazioni. Gli investimenti sono diretti soprattutto verso aree con dotazioni di fattori particolari come una grande disponibilità di manodopera e dove i prodotti a valore aggiunto vengono fabbricati o trasformati e poi esportati. Questo è un modello di sviluppo simile a quelli che hanno spinto la Corea del Sud, Taiwan e Singapore a raggiungere lo status di paese ad alto reddito. Finora questo modello si è rivelato efficace per il Vietnam dato che il paese ha visto grandi afflussi di capitali, rapidi guadagni in termini di reddito pro capite e un sano surplus delle partite correnti.
Il punto cruciale di questo modello di sviluppo, soprattutto quando si espande, sono le infrastrutture di trasporto dato che esse possono gestire il rapido aumento del volume degli scambi. Con l'aumentare della capacità di produzione, sono necessari buoni collegamenti stradali e ferroviari per spostare i prodotti in tutto il paese. Inoltre, sono necessari anche aeroporti e porti più grandi per gestire il volume crescente delle importazioni ed esportazioni. Ad esempio, la LG Display sudcoreana ha investito oltre 3 miliardi di dollari in impianti di produzione nella città del Vietnam settentrionale di Hai Phong, motivo per cui l’aumento delle capacità di spedizione del porto della città è una delle principali priorità del piano generale 2030.
Ovviamente tutto questo non è una novità. Ciò che è cambiato sono le dimensioni e le strategie di finanziamento. Il Vietnam National Transport Strategy Study commissionato dal governo e pubblicato nel 2000 conteneva raccomandazioni simili incentrate sullo sviluppo del corridoio nord-sud tra Hanoi e Ho Chi Minh City e sull'espansione dei porti marittimi internazionali. Il rapporto ha stimato il costo totale per il periodo 2000-2010 a 12,6 miliardi di dollari, gran parte dei quali sotto forma di cooperazione allo sviluppo. Nel 2010 è stato commissionato un secondo rapporto, esso stimava che il costo minimo della spesa per infrastrutture di trasporto a livello nazionale per il periodo 2009-2020 sarebbe stato di 40,7 miliardi di dollari. Questo secondo rapporto raccomandava un ruolo più ampio per il settore privato e una minore dipendenza dall'assistenza allo sviluppo, riflettendo le migliori condizioni economiche del Vietnam.
L'ultimo rapporto del piano generale stima un costo di 65 miliardi di dollari e continua a spingere per maggiori soluzioni del settore privato, con il ministro dei Trasporti Nguyen Van The che suggerisce al ministero di “considerare l'opzione di emettere titoli di stato per lo sviluppo delle infrastrutture stradali e di riscuotere il pedaggio autostradale per ripagare lo stato”. Ciò porta naturalmente a chiedersi se sia appropriato che lo stato emetta obbligazioni per utilizzarle nella costruzione di infrastrutture nazionali privatizzate come le superstrade, ma questo è un argomento da approfondire in separata sede. Ciò che è chiaro è che l’aumentare dei costi e della complessità dei progetti infrastrutturali in Vietnam è necessario per supportare una struttura economica più imponente e, allo stesso tempo, sarà ulteriormente messa alla prova la capacità dello Stato di gestire queste richieste e di affrontare questioni spinose come le dispute sui terreni e i finanziamenti a lungo termine.
Fonte: the Diplomat
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